Nuovo continente, nuovo orizzonte – verso Città del Capo, Sudafrica
L’idea del viaggio è stata suggerita da un amico danese che ci chiede: State organizzando adesso qualche viaggio? Perché non andate a Città del Capo?
Città del Capo
Città del Capo (Cape Town) si trova alla fine dell’Africa, l’estremo sud, su una penisola dove si incontrano due oceani, circondata da un bel paesaggio naturalistico. Città portuale, stretta tra monti e oceani. Dal finestrino dell’aereo ammiriamo dominante e imponente il Table Mountain, un massiccio montuoso, alto 1085 mt., è un simbolo della città. La sua forma piatta ci fa impressione, perché inclusa nell’architettura della città. La montagna, insieme con la cima Lions Head che si trova accanto, appare agli occhi da tutte le parti della città.

Lions Head
Cape Town si presenta con una doppia nazionalità: europea ed africana. Da secoli è stata colonizzata da portoghesi prima e dagli olandesi e dagli inglesi poi, cercando di civilizzare il popolo sudafricano. Dopo tanti anni, profondamente cambiata, civilizzata dal mondo occidentale, si sente ancora il ritmo africano che circonda questo posto.
La città è stata fondata nel 1652 da un esploratore olandese, Jan Van Riebeeck. Dopo tante guerre a causa della colonizzazione inglese, gli olandesi sono diventati la minoranza del popolo sudafricano. Però la terra da loro occupata è stata sempre sfruttata per la coltivazione e il sostentamento della popolazione. Come missione, i contadini cercavano di far sviluppare la terra per dare cibo e bevande ai marinai affamati delle navi venute fin qua dall’Europa. Oggi, grazie agli olandesi ammiriamo il Giardino Botanico Kirstenbosch e degustiamo il vino che si produce nelle cantine di Città del Capo.
Il lungomare di Città del Capo si chiama Victoria & Alfred Waterfront, dove dalle terrazze dei ristoranti mangiamo i frutti di mare e ci godiamo la bella vista sul Table Mountain. Qui troviamo tanti negozi di souvenir e prodotti artigianali che attirano le nostre finanze per portare un ricordo a casa.

Tramonto su Table Mountain
Qui si trova il porto dove ogni giorno i traghetti portano i turisti verso Robben Island. Lì si trova la prigione dove negli anni di apartheid venivano rinchiusi i prigionieri politici. Tra quelli più conosciuti vi è Nelson Mandela che ha perso la propria libertà per 27 anni.
Ci perdiamo nella zona più colorata di Città del Capo, chiamata Bo-Kapp. E un’ex-township che si trova alle pendici di Signal Point. Un quartiere di case dipinte con tutti i colori dell’arcobaleno. Camminiamo tra le stradine, scattando foto di ogni soggetto particolare che ci inspira in questo momento. È un paradiso per i fotografi dove le foto scattate anche con un smartphone danno degli scatti dai colori reali, forti e dinamici di questo posto.

Bo-Kapp
Essendo nella punta estrema meridionale, prendiamo la macchina, accendiamo la radio e con il ritmo della musica andiamo ad ammirare la bellezza naturalistica della Penisola del Capo e altre località situate sulla costa.
Muizenberg
La località di Muizenberg è rinomata per essere meta di surfisti. Una lunghissima lingua di sabbia chiara, con le cabine multicolore che si affacciano sull’oceano, un bellissimo colpo d’occhio e meravigliose immagini per la nostra macchina fotografica. C’è vento. I surfisti, anche quelli che provano il surf per la prima volta, si buttano nell’emozione di cavalcare l’onda. Un susseguirsi di movimenti nell’acqua. Oltre quelle onde c’è l’infinito.

Spiaggia Muizenberg
Kalk Bay
Arriviamo al porticciolo di Kalk Bay e cerchiamo di fare amicizia con due grosse grasse foche, che si affacciano sul mercato del pesce, ormai chiuso e pieno di scarti di pesce. Le due foche iniziano a leccarsi i baffi e con circospezione si avvicinano ai banconi, ma il guardiano del mercato le caccia via a malo modo. Loro sono furbe. Prendono del pesce e si ributtano poi in mare.
Abbiamo occasione di assaggiare il miglior fish & chips di Kalk Bay, e che dire, davvero buono. Una locanda marinaresca, divertentissima e frequentata da gente del posto. Ci accompagna un buon cider. Il sole è abbastanza caldo. Dietro di noi passa il treno, con i binari a ridosso della spiaggia, formano una grande mezzaluna sulla sabbia e vediamo sfrecciare il treno lungo tutta la costa. La magia di questo luogo toglie i pensieri e la mente viaggia. Quanto è buono il fish & chips.

Foca
Simon’s Town
La più famosa Simon’s Town è anche la città dei pinguini. Decidiamo di visitare questo centro guardandolo dall’oceano, prenotando una giornata in kayak dal Kayak Cape Town ed andiamo verso la spiaggia di Boulders, dove risiede una colonia di pinguini africani sin dal 1985. La giornata è abbastanza impegnativa: c’è bassa marea, le alghe e tutte le piante marine escono in superficie e non è semplicissimo pagaiare in queste condizioni, e in più c’è anche un vento forte. Ne esce un giro in kayak avventuroso. Arriviamo a Boulders e troviamo lì i pinguini ad aspettarci. Meraviglia.
Capo di Buona Speranza
Arriviamo infine a Cape of Good Hope (Capo di Buona Speranza) scoperto da un marinaio portoghese, Bartolomeu Dias nel 1487, dove si è creato l’inizio della storia del Sudafrica. È un punto che tradizionalmente separa l’Oceano Atlantico dall’Oceano Indiano, anche se in verità tale titolo spetta a Capo Agulhas.

Spiaggia Dias
Arriviamo qui con un tempo incerto, forse a breve pioverà. Ma decidiamo di esplorare a piedi il Capo, fino alla fine. Inizia a piovere. Ma noi andiamo avanti. Da queste parti c’è emergenza acqua e non pioveva da tempo immemorabile. Oggi si scatena un temporale e noi andiamo sempre oltre. Fino ad arrivare alla fine, il finis terrae. Sì, perché noi avvertiamo di essere arrivati in fondo, oltre c’è il nulla, o forse c’è l’Olandese Volante, una leggenda che vuole far navigare in eterno presso le proprie acque questo vascello fantasma. Sotto questa fitta pioggia, ai margini del mondo, tutto è possibile.
Il Sudafrica per noi è stato il primo contatto con questo nuovo continente, in un viaggio quasi inaspettato. È un posto che ci ha aperto una certa curiosità per vedere di più e così conoscere meglio cosa vi è attorno. Ci ha affascinato e soprattutto la natura del luogo ci ha tanto colpito. Torneremo decisamente in Africa.